domenica 15 aprile 2012


Tassa di soggiorno a Perugia? No grazie.

La storia millenaria di Perugia è stata scritta dalla fierezza e dall’orgoglio dei suoi cittadini, disposti a difendere la loro indipendenza e la loro identità anche a costo della vita.
Persino i tre santi che la città ha eletto come propri patroni (Lorenzo, Costanzo ed Ercolano), hanno tutti subito il martirio per non aver voluto rinnegare la loro fede e i loro principi.
Sant’Ercolano nella fattispecie, venne torturato e decapitato dopo aver cercato di difendere strenuamente Perugia dall’assedio degli ostrogoti capeggiati da Totila.

Ai giorni nostri, questo spirito di autodifesa connaturato nel dna dei perugini, rischia di essere male interpretato e di prevalere sul buon senso e sulla realtà.
Imporre una tassa di soggiorno, sembra un atto di ostilità verso tutti coloro che hanno in animo di visitare il nostro magnifico territorio, nonché verso le strutture ricettive che riescono a malapena a conservare numerosi posti di lavoro già potenzialmente a rischio.
Sarebbe un ulteriore impoverimento non solo dal punto di vista economico ma anche da quello culturale.
Un’amministrazione comunale schierata in prima linea nel sostenere la candidatura della propria città come capitale europea della cultura per il 2019, non può permettersi di commettere un errore di valutazione di tali proporzioni.

Facciamo in modo che la Perugia etrusca, romana, medievale e rinascimentale sia ammirata e visitata per la sua ricchezza architettonica, artistica e storica:
gabelle e balzelli lasciamoli ai libri di storia.



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