Tassa di soggiorno a
Perugia? No grazie.
La storia millenaria di
Perugia è stata scritta dalla fierezza e dall’orgoglio dei suoi cittadini,
disposti a difendere la loro indipendenza e la loro identità anche a costo
della vita.
Persino i tre santi che la città
ha eletto come propri patroni (Lorenzo, Costanzo ed Ercolano), hanno tutti
subito il martirio per non aver voluto rinnegare la loro fede e i loro
principi.
Sant’Ercolano nella
fattispecie, venne torturato e decapitato dopo aver cercato di difendere strenuamente
Perugia dall’assedio degli ostrogoti capeggiati da Totila.
Ai giorni nostri, questo
spirito di autodifesa connaturato nel dna dei perugini, rischia di essere male
interpretato e di prevalere sul buon senso e sulla realtà.
Imporre una tassa di soggiorno,
sembra un atto di ostilità verso tutti coloro che hanno in animo di visitare il
nostro magnifico territorio, nonché verso le strutture ricettive che riescono a
malapena a conservare numerosi posti di lavoro già potenzialmente a rischio.
Sarebbe un ulteriore
impoverimento non solo dal punto di vista economico ma anche da quello
culturale.
Un’amministrazione comunale
schierata in prima linea nel sostenere la candidatura della propria città come
capitale europea della cultura per il 2019, non può permettersi di commettere
un errore di valutazione di tali proporzioni.
Facciamo in modo che la Perugia etrusca, romana,
medievale e rinascimentale sia ammirata e visitata per la sua ricchezza
architettonica, artistica e storica: