Il 29 febbraio, è possibile fare cose altrimenti
vietate.
Per esempio, in Inghilterra
è l’unico giorno in cui una donna può ufficialmente chiedere al fidanzato: «Mi
vuoi sposare?». Nasce tutto da una lamentela di Santa Brigida a San Patrizio.
L’aureolata e saggia signora si doleva perché i gentiluomini erano troppo cauti
nel dichiararsi. San Patrizio capì e concesse alle donne la possibilità di
prendere l’iniziativa: una volta ogni quattro anni non poteva essere
pericoloso. Il rifiuto comportava (per lui) una penale o l’obbligo di un dono,
un capo di abbigliamento, all’epoca non firmato.
Le ragazze inglesi prendono sul serio la tradizione. Jodi Goldnam di
«Learnpurple», organizzazione specializzata nel training motivazionale, mette
su addirittura una masterclass per quelle che vogliono andare a colpo sicuro.
Un consiglio? Mai
inginocchiarsi offrendo un anello. Piuttosto, compilare un questionario,
tracciare il profilo dello sposabile e studiarlo nei dettagli. Un solo,
specialissimo giorno non può andare sprecato...
Chi poi volesse invocare un
angelo protettore, sappia che ai nati il 29 febbraio è stato assegnato il pigro
Habuhiah.
Ad Anthony, nel New Mexico, appuntamento imperdibile: siamo già al sesto
festival mondiale dell’anno bisestile. Le celebrazioni includono gite in
mongolfiera, enormi torte di compleanno per i bambini (quattro strati di panna,
quattro di cioccolato, quattro di frutta, un risarcimento matematico), con
musiche di Graham Nash (sì, quello di Still Nash e Young) la cui moglie Susanna
fa parte appunto del «Club 29».
Siccome la malafama del bisesto persiste, non mancano i progetti e i tentativi
di cancellarlo a favore di mesi democraticamente uguali, di trenta giorni
ciascuno. Gli ultimi a provarci sono stati i sovietici. Del resto, spulciare
gli avvenimenti datati 29 febbraio non dà gran soddisfazione: il solito mix di
catastrofi e stranezze, sostiene l’astrologa Anna Bonomi, proprio come
qualsiasi altro anno. C’è Hattie McDaniel, la Mammy di «Via col vento» che nel
1940 prende l’Oscar, il primo a un’afroamericana. C’è il terremoto del 1960 che
uccide un terzo della popolazione di Agadir, in Marocco, proprio mentre Hugh
Hefner inaugura il Playboy Club con le sue conigliette. Nel 1984 si dimette il
premier canadese Pierre Trudeau dicendo: «Oggi è il primo giorno della mia
nuova vita». Nel 1988 viene arrestato l’arcivescovo sudafricano Desmond Tutu,
nel 1996 un Boeing 737 si schianta sulle Ande. Nel 2004, Jean-Bertrand Aristide
lascia la presidenza dell’isola di Haiti. E oggi, avremo un evento degno di
essere ricordato?
I capricci del calendario
L’anno bisestile di 366 giorni è stato introdotto nel 45 a.C. da Giulio Cesare, poi
modificato con la riforma del calendario voluta da Gregorio XIII nel 1582.
Poiché la Terra impiega in media 365,2422 giorni per fare una rivoluzione
attorno al Sole (un anno), ogni anno calendariale di 365 giorni ci fa
accumulare un «ritardo» di 0,2422 giorni. Nel giro di poco meno di 400 anni il
Natale sarebbe Ferragosto… Con l’introduzione di un giorno intercalare (il 29
febbraio) ogni 4 anni si recupera quel ritardo, ma l’anno medio diventa 365,25
con un’eccedenza, quindi di 0,0078 giorni. Per «smaltire» l’eccedenza viene
saltato il giorno intercalare negli anni di fine secolo non esattamente
divisibili per 400: il 2000 è stato un anno bisestile, ma non lo sarà il 2100,
così come non lo è stato il 1900.
A questo punto la durata media dell’anno stabilito dal
calendario su 400 anni è di 365,2425.