Quanti tra i golosi sanno da dove trae origine il nome “Gianduja”, quello del celeberrimo cioccolato?
Molti autori hanno cercato di dare un significato al nome “Gianduia”. Due le ipotesi più attendibili: Giandoja come contrazione di Gioanin dla doja (doja recipiente per il vino), oppure un gentile atto di riguardo di Sales verso l’amico Bellone , Gioanin d’Oja, “Oja” frazione di Racconigi. Un mistero questo che rimane rigorosamente oggetto di logorroiche discussioni, ma solo nel periodo di carnevale.
Allegro e godereccio, incarna lo stereotipo piemontese del "galantuomo" coraggioso, assennato, incline al bene e fedele alla sua inseparabile compagna Giacometta, che lo affianca nei balli ricchi di coreografia, ma soprattutto nelle opere di carità e di partecipazione. Nella settimana che precede l'inizio della Quaresima, Gianduja visita ospizi, ricoveri, ospedali per bambini, distribuendo le tipiche caramelle rotonde e piatte, avvolte in un cartoccio esagonale, con impresso il suo profilo mai disgiunto dal tricorno delle armate piemontesi ottocentesche alle quali si deve l'Unità del Paese.
Dal suo nome deriva quello
della cioccolata
di tipo gianduia
e del relativo cioccolatino gianduiotto con la quale è confezionato,
entrambi specialità torinesi. I cioccolatini venivano distribuiti dalla
maschera durante la festa del carnevale; probabilmente per lo stesso motivo il nome Gianduja è stato dato alle grosse
caramelle a forma di cialda incartate in caratteristici involucri esagonali.
Fonte: Wikipedia